L’ipoglicemia è una delle complicanze più frequenti del diabete e consiste in un rapido calo del livello di glucosio nel sangue. Si parla di ipoglicemia quando i livelli di zuccheri nel sangue scendono al di sotto della soglia minima di normalità, cioè 60-70 mg/dl. Tale patologia può colpire sia la persona con diabete di tipo 1 che quella con diabete di tipo 2, dal più giovane al più anziano.
Le cause dell’ipoglicemia
L’insorgere di questa complicanza del diabete può dipendere da molti fattori. Ecco alcune delle cause principali:
- sovradosaggio di insulina o di farmaci ipoglicemizzanti;
- dieta alimentare non corretta: anche ritardare o saltare del tutto il pasto può causarla;
- attività fisica troppo intensa non adeguatamente compensata da assunzione di carboidrati;
- consumo eccessivo di bevande alcoliche non adeguatamente gestito.
Le persone maggiormente a rischio di ipoglicemia sono quelle che seguono un trattamento a base di insulina o di ipoglicemizzanti orali. Per esse è quindi di estrema importanza saper riconoscere e trattare adeguatamente gli episodi di ipoglicemia.
I tipi di ipoglicemia
A seconda della causa scatenante e della sintomatologia si distinguono tre tipologie di ipoglicemia, come descritte nella pubblicazione «Standard italiani per la cura del diabete mellito» realizzata dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID).
Ipoglicemia lieve
Coinvolge di solito i soggetti che assumono insulina, si può manifestare con sintomi come palpitazioni, tremore, sudore, confusione e giramenti di testa. Si tratta di una patologia che non richiede ancora l’assistenza di un’altra persona e che il diabetico può gestire in modo autonomo, ad esempio assumendo sostanze contenenti glucosio o carboidrati semplici.
Ipoglicemia grave
Si presenta invece con dei sintomi più problematici e richiede direttamente un intervento medico con ambulanza e ricovero in ospedale. È una complicanza che può avere effetti anche molto gravi fino a condurre al coma o alla morte. Si è in presenza di ipoglicemia grave quando i livelli di glucosio nel sangue scendono al di sotto di 30 mg/dl.
Ipoglicemia notturna
È una complicanza tipica del sonno: si verifica durante le ore notturne, mentre la persona sta dormendo, in modo asintomatico. Le ipoglicemie notturne sono molto temute dai genitori di bambini con diabete proprio perché è difficile accorgersene.
Convivere con l’ipoglicemia
Il rischio di “andare in ipoglicemia” è una delle grandi preoccupazioni delle persone con diabete, che ne minaccia la serenità: la continua necessità di monitorare le proprie condizioni per scongiurare questa complicanza può essere molto stressante e può portare anche all’effetto controproducente di non seguire più correttamente la terapia e lo stile di vita indicati.
Invece, è proprio l’adesione meticolosa a tutte le raccomandazioni degli specialisti l’unico modo efficace per ridurre il rischio di sviluppare questa complicanza. È di primaria importanza, quindi, seguire in modo costante e preciso il trattamento con insulina o farmaci prescritto dal medico, attenersi alla dieta alimentare, rispettare i suggerimenti sulla corretta attività fisica ed effettuare con regolarità il controllo della glicemia.
Come si gestisce un’ipoglicemia? La regola del 15
Se la glicemia è inferiore a 70 mg/dl le società scientifiche raccomandano di usare la “Regola del 15”:
- Assumi 15 grammi di carboidrati semplici a rapido assorbimento.
- Aspetta 15 minuti e ricontrolla la glicemia
- Se dopo 15 minuti la glicemia non è salita di 50 mg/dl, assumi altri 15 grammi di carboidrati a rapido assorbimento fino a quando la glicemia non sarà superiore a 100.