Diabete tipo 2 e giovanissimi: si abbassa l’età delle diagnosi
Avevamo già scritto un articolo sul boom di diagnosi di diabete tipo 2 fra i giovanissimi, ma l’allarme non si abbassa e i numeri continuano a dimostrare quella che pare la cronicizzazione di una tendenza.
L’abbassarsi dell’età della diagnosi, prima dei 40 anni, si associa a una durata maggiore della malattia, con conseguenti iperglicemie più prolungate, un rischio aumentato di grave insulino-resistenza e un declino della funzione delle beta-cellule. Tutti questi fattori aumentano il rischio di sviluppare precocemente complicanze severe.
Diabete sotto ai 40 anni
Diabetes UK ha pubblicato un rapporto a maggio 2024 intitolato “Reverse the trend: reducing type 2 diabetes in young people”. Il report mostra un aumento di quasi il 40% in 5 anni del numero di persone con diagnosi di diabete tipo 2 sotto i 40 anni nel Regno Unito.
Il report si apre con un’accusa precisa rivolta all’industria alimentare: siamo bombardati da pubblicità su alimenti tanto economici quanto non salutari. Gli alimenti raffinati sarebbero quindi l’elemento scatenante del tasso di incidenza in rapida ascesa di diabete tipo 2 nei giovani.
Secondo i dati riportati dal 10° Diabetes Atlas stilato dall’International Diabetes Federation le stime di prevalenza di diabete tra le persone con un’età fra i 20 e i 39 anni sono aumentate dal 2,9% nel 2013 al 3,8% (260 milioni) nel 2021.
Il diabete tipo 2, che colpiva principalmente persone di mezza età e gli anziani, è diventato quindi sempre più diagnosticato anche fra i giovani sotto i 40 anni.
ß-cellule, obesità e diabete 2
Molti studi stanno indagando se il diabete tipo 2 insorto in età giovanile provochi un impoverimento accelerato della funzione beta-cellulare. Sembra infatti che le relazioni tra insulino resistenza e secrezione inadeguata di insulina cambino in relazione all’età della diagnosi.
La prevalenza dell’obesità tra i giovanissimi con diabete tipo 2 è molto più alta di quella associata agli adulti con la stessa diagnosi.
Un interessante editoriale pubblicato sul The Lancet afferma:
è in corso una crisi metabolica che pone conseguenze disastrose non solo per le generazioni attuali e quelle future, ma anche per il pianeta. Questa crisi rappresenta un ostacolo ai progressi raggiunti dalla medicina moderna e mina gli sforzi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile per la salute. L’inazione politica è al centro di questa crisi. C’è un urgente bisogno di aggiustare un sistema alimentare rotto che fa eccessivo affidamento sul consumo di alimenti ultra-processati altamente appetibili e ricchi di zuccheri, sale e grassi. Invertire la tendenza crescente dell’obesità è essenziale per prevenire e ridurre il diabete di tipo 2, soprattutto tra le popolazioni più giovani. Tuttavia, le misure per contrastare l’obesità continuano a non essere considerate prioritarie dai governi. Ad esempio, nel Regno Unito, i divieti sulla pubblicità online, le restrizioni sulle offerte di prodotti alimentari poco salutari e lo spartiacque di 2100 ore per la pubblicità del cibo spazzatura sono stati rinviati all’ottobre 2025.
Alimentazione: il primo passo verso la salute
Come spesso succede, in conclusione non rimane che ribadire quanto l’alimentazione sia la prima scelta di salute che possiamo fare. Eliminare il cibo spazzatura e gli alimenti processati, prediligere alimenti naturali, e fare attività fisica.
