Alzheimer e diabete tipo 2: una stretta relazione

Negli ultimi anni si è iniziato a chiamare il morbo di Alzheimer “diabete di tipo 3”. Il termine è controverso, ma è innegabile che sono state individuate molte correlazioni fra il diabete e questa patologia neurodegenerativa. Diabete e morbo di Alzheimer sono due fra le patologie più in crescita a livello mondiale.

Iperglicemia e morbo di Alzheimer

Negli ultimi anni sono stati pubblicati studi che correlano l’iperglicemia, i livelli di insulina nel sangue, la resistenza all’insulina e il rischio di sviluppare l’Alzheimer. Questi fattori possono svolgere un ruolo nella comparsa dell’Alzheimer in alcuni pazienti, ma non nella totalità delle persone. Quello che è certo è che le persone con diabete di tipo 2 hanno un rischio maggiore di contrarre l’Alzheimer.

I cambiamenti metabolici che si verificano nell’organismo di una persona con diabete sembrano infatti accelerare il processo della malattia di Alzheimer.

Il diabete di tipo 2 è associato alla resistenza all’insulina, una condizione in cui le cellule non rispondono bene all’insulina. L’insulina è l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue e aiuta il glucosio ad entrare nelle nostre cellule per fornire loro energia. Quando le cellule non rispondono bene all’insulina, il corpo produce sempre più insulina per rendere possibile il metabolismo del glucosio.

Insulino-resistenza, diabete e demenza

La resistenza all’insulina provoca iperglicemia e questa può avere effetti anche sulla salute del cervello. Un collegamento tra diabete e Alzheimer ha a che fare con lo sviluppo della resistenza all’insulina, che può provocare alti livelli di insulina nel sangue, che alla fine raggiungono il cervello. Uno studio infatti ha dimostrato che l’iperglicemia può far aumentare rapidamente i livelli di beta-amiloide, componente chiave delle placche cerebrali che caratterizzano i malati di Alzheimer. L’accumulo di queste placche è ritenuto un driver precoce della complessa serie di cambiamenti che portano allo sviluppo della malattia.

Diabete tipo 3: un termine appropriato?

Nonostante questa relazione sia ormai assodata, la maggior parte dei professionisti ritiene che il termine diabete di tipo 3 sia superficiale perché i fattori in gioco sono molteplici.

Spesso all’insorgere dell’Alzheimer nel paziente sono presenti più di una condizione rilevante: oltre al diabete può essere presente la sindrome metabolica.

La sindrome metabolica comprende obesità addominale, ipertensione arteriosa, alti livelli di zucchero nel sangue, alti livelli di trigliceridi sierici e bassi livelli sierici di lipoproteine ad alta densità. La sindrome metabolica non solo aumenta il rischio di diabete ma anche di ictus, malattie cardiache e apnea notturna, e aumenta l’infiammazione e lo stress ossidativo (squilibrio di radicali liberi e antiossidanti nel corpo), che possono avere un impatto sul processo della malattia di Alzheimer

Prevenire sindrome metabolica e diabete tipo 2

È importante sottolineare che il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica sono condizioni prevenibili e/o curabili in molti pazienti con modifiche dello stile di vita.

La prevenzione di queste patologie riduce quindi anche il rischio di Alzheimer.

Ecco qualche consiglio importante per ridurre il rischio di sviluppare diabete tipo 2, sindrome metabolica e morbo di Alzheimer:

• Mantieni il tuo peso sotto controllo
• Scegli un’alimentazione sana ed equilibrata
• Fai attività fisica regolarmente
• Riduci o elimina l’assunzione di zuccheri semplici

Diagnosi di Alzheimer: come avviene?

Gli stadi iniziali della demenza possono essere diagnosticati attraverso test cognitivi e poi confermati con imaging cerebrale, test neuropsicologici e test sui biomarcatori per alcune cause di demenza, come il morbo di Alzheimer.

È importante diagnosticare precocemente il deterioramento cognitivo, poiché oggi sono presenti sul mercato farmaci che possono aiutare a rallentare la progressione della malattia di Alzheimer del 30% o più nelle sue fasi iniziali.

C’è ancora molto che non sappiamo sulla malattia di Alzheimer ma le ricerche in corso stanno aiutando a comprendere meglio la malattia e i meccanismi dell’organismo che portano al suo sviluppo.