12 maggio: Giornata Internazionale dell’Infermiere
Il 12 maggio si celebra la Giornata Mondiale dell’Infermiere, una figura professionale molto importante (anche) in diabetologia.
L’infermiere specializzato in diabetologia ha competenze avanzate e il suo lavoro è molto importante: l’intervento educativo che l’infermiere conduce con la persona con diabete, infatti, riduce in maniera importante le riammissioni ospedaliere dei pazienti diabetici. Da questo ne consegue anche un beneficio importante sui costi sanitari.
L’infermiere in diabetologia
Come sappiamo, il diabete è una malattia cronica. Dopo la diagnosi inizia un periodo lungo in cui la persona deve imparare a gestire una nuova vita.
L’infermiere gioca un ruolo fondamentale nell’educazione terapeutica della persona: la accoglie e insieme alle figure interessate (medico, caregiver e team sanitari) contribuisce a formulare un percorso di cura personalizzato. L’infermiere è il punto di contatto tra il diabetologo e la persona con diabete, ed è proprio grazie a lui che si configura il percorso terapeutico che permette a chi convive con questa malattia di prendersi cura di sé, imparando nozioni importanti e acquisendo competenze fondamentali.
A un infermiere generalmente viene richiesto di sviluppare con le persone un approccio empatico incentrato sulla fiducia e l’ascolto.
Gli infermieri fanno la differenza: diabete ed educazione terapeutica
L’infermiere, attraverso il suo lavoro di educazione terapeutica, fa sì che la persona con diabete si assuma la responsabilità della cura e si mantenga in salute.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara: “L’educazione terapeutica deve permettere ai pazienti di acquisire e conservare le capacità e le competenze che aiutano a vivere in maniera ottimale la loro vita con la malattia”.
L’educazione terapeutica, nel diabete, è lo strumento che permette alla persona con diabete di esercitare autonomamente competenze terapeutiche che, nel caso di altre patologie, sono stabilite dal medico.
Grazie all’educazione terapeutica, l’infermiere forma la persona con diabete rendendola l’attore principale del proprio trattamento.
La persona con diabete infatti è chiamata molte volte al giorno a prendere decisioni terapeutiche: quanta insulina mi devo iniettare per metabolizzare questo pasto? Dove devo iniettarmi l’insulina? Ho controllato lo stato di salute della pelle nei siti di iniezione?
L’infermiere è sempre attento che il paziente comprenda e aderisca alla terapia e, quando necessario, lo supporta anche nell’utilizzo di device tecnologici e di presidi terapeutici e di monitoraggio.
L’aderenza alla terapia, cioè la disponibilità della persona con diabete a seguire la terapia concordata, si fonda su un atteggiamento di disponibilità che l’infermiere deve favorire.
Nello specifico, le attività di un infermiere in diabetologia sono:
- Eseguire i prelievi di sangue ed eventuale somministrazione della terapia insulinica
- Eseguire elettrocardiogramma e rilevazione della pressione arteriosa
- Eseguire gli screening per le complicanze vasculopatiche e neuropatiche con la classificazione del grado di rischio.
- Informare e formare la persona sulla cura del piede, eseguendo l’esame obiettivo del piede, la valutazione sull’idoneità delle calzature ecc ecc…
- Formare la persona sulle tecniche idonee per la somministrazione di insulina
- Formare la persona sull’importanza e le tecniche dell’autocontrollo glicemico
- Eseguire eventuali medicazioni
L’importanza di un approccio multidisciplinare in diabetologia
Da numerosi studi emerge che l’approccio vincente in diabetologia è quello multidisciplinare, in grado di rendere la persona con diabete consapevole e proattiva rispetto alla sua patologia. Gli approcci “normativi”, che tendono a standardizzare i percorsi vedendo la persona obbligata ad adeguarsi a protocolli senza essere coinvolta o impegnata, portano ad una demotivazione della persona.
