Burn-out e diabete: quali rischi?

Calcola i carboidrati, ricorda di portarti dietro il glucometro, chiama il diabetologo per le prescrizioni dei presidi, correggi un’ipoglicemia, fai un bolo, fai una glicemia, prendi appuntamento per le visite di controllo…

La vita di una persona con diabete può essere veramente stressante² e a volte si può arrivare a un vero e proprio burn-out.

Nonostante tutti gli sforzi e le attenzioni i risultati, in alcuni periodi, sembrano non essere visibili e questo porta a un senso di frustrazione e ansia. Lo stress deriva sia dalle incombenze quotidiane sia dal senso di inesorabilità che una diagnosi può portare con sé, e a volte questi sentimenti possono colorare i giorni di un senso di profonda tristezza.

Ognuno ha il suo modo di reagire alla diagnosi e alla gestione delle terapie.

C’è chi si sente in colpa, frustrato, preoccupato, ansioso o semplicemente molto triste. Questi sentimenti sono comprensibili e anche naturali, quando bisogna gestire una diagnosi “senza data di scadenza”. Riconoscere alcuni segnali di particolare ansia può aiutare nel chiedere e ricevere il supporto che può evitare di raggiungere il burn-out, che può anche essere davvero serio, in alcuni casi.

Burn-out e diabete: cosa si intende?¹

Sentirsi stressati a causa del diabete può significare sentirsi esauriti dalla gestione della patologia, fino al punto in cui si smette di prendersi cura di se stessi e della propria patologia. Questo è vero soprattutto in persone con diabete di tipo 1, come dimostrano alcune ricerche.

Per alcune persone questo significa non farsi l’insulina, non fare la conta dei carboidrati o non prendere le compresse prescritte. Dopo anni di gestione della patologia può portare al burn-out: ecco perché è importante riconoscere i segni e poter accedere al giusto tipo di supporto, quando se ne ha bisogno.

Il team terapeutico è il primo interlocutore utile: è importante rivolgersi subito al proprio centro di diabetologia di riferimento e confrontarsi

Burn-out: quali sono I campanelli di allarme?

Non esistono reazioni sbagliate, quando una persona affronta una patologia cronica. Ci sono però alcuni segnali che possono mettere in allarme.

Esserne consapevoli è il primo segnale che permette di chiedere aiuto, in prima istanza alle persone che si hanno vicine, come famiglia e amici, ma poi eventualmente anche a uno specialista.

Quali sono i segnali da non sottovalutare?

• Eccessiva rabbia nei confronti della patologia
• Frustrazione continua nei confronti della gestione quotidiana
• Negligenza frequente nei confronti delle terapie: non controllarsi la glicemia, non seguire gli screening di routine, non andare dal diabetologo
• Scelte alimentari malsane, ripetute
• Sentimento di isolamento e solitudine

Burn-out e depressione

Lo stress che il diabete può generare non è “depressione”³ ma è una sensazione di sopraffazione e frustrazione provato quando una persona si sente “sconfitta” dalla propria patologia.

Questi sentimenti possono andare e venire, non sono stati perenni.

E, soprattutto, non invadono tutti gli ambiti della vita della persona. L’angoscia provocata dal diabete può trasformarsi in depressione se questi sentimenti non scompaiono. In caso di depressione, è importante parlarne col proprio medico ed essere indirizzati verso uno specialista che possa offrire supporto e terapie, quando fosse necessario.

Incidenza del burn-out in caso di diabete

Vivere momenti di sconforto capita a tutti.

Vivere la patologia con angoscia, a tratti, è più comune nelle persone insulinodipendenti. Tendenzialmente il fattore che genera più ansia è la preoccupazione delle complicanze o la gestione di momenti “di crisi” in cui la patologia sembra incontrollabile.

La perfezione non esiste!

Spesso il senso di colpa è associato alla patologia. Ci si può sentire inadeguati, incapaci di gestire le glicemie, i calcoli, lo stress.

Il diabete è difficile da gestire e la perfezione non esiste!

Bisogna tenere a mente che non è sano fissarsi su un numero, e che quel numero, che in un determinato momento può non corrispondere all’optimum, non qualifica l’essenza della persona.

Il diabete è una patologia di difficile gestione e nessuno ha un rapporto scevro da problemi con la patologia.

È utile concentrarsi su:

• Essere gentili con se stessi
• Cercar di lasciare andare le aspettative troppo alte sui risultati grandi per concentrarsi su obiettivi più piccoli e più realistici
• Smettere di usare aggettivi qualificativi per definire la glicemia (“glicemia buona” o “glicemia cattiva”) perché questo può far sentire in colpa, come se si avesse fatto qualcosa di sbagliato. La glicemia è bassa o è alta. Non è buona o cattiva.
• Prendersi del tempo per se stessi, concedendosi delle coccole: un massaggio, una serata libera per farsi un lungo bagno. Tutto quello che può aiutarti a rilassarti.
• Concedersi delle pause
• Imparare a concedersi dei momenti in cui non ci si concentra esclusivamente sul diabete. Questo può voler dire gestire in maniera meno rigida il Time In Range, o ridurre le misurazioni di glicemia per un periodo limitato di tempo.

La cosa importante è tenere sempre contatti con il team che segue la persona, e che questa si confronti anche sugli aspetti che hanno a che vedere con la stanchezza mentale che il diabete porta con sé. Magari il team della diabetologia può aiutare nella modifica della routine terapeutica in modo che risulti meno assillante o stringente.

Chiedere aiuto é il primo passo per stare meglio

È importante coinvolgere le persone che si hanno vicine condividendo con loro gli stati d’animo che una persona con diabete può avere.

A volte basta questo a farla sentire sollevata di un peso.

Anche condividere la propria storia con altre persone che vivono con la propria patologia può essere un modo valido per non sentirsi soli.

Il team che segue una persona con diabete dovrebbe essere formato da professionisti diversi: diabetologo, nutrizionista, psicologo, infermieri.

Insieme a loro è possibile confrontarsi su ogni aspetto della patologia e sviluppare piani di cura che possano aiutare a sollevare la persona dal disagio e dal senso di pesantezza, per esempio apportando piccole modifiche alla routine o seguendo corsi di formazione che aiutino a gestire il quotidiano al meglio. Nel caso in cui questo non sia sufficiente, può essere utile parlare con uno specialista, per esempio uno psicologo psicoterapeuta.

Se stai vivendo un momento di fatica, frustrazione e stress, non aspettare: rivolgiti al tuo team in diabetologia.